La nostra vita quotidiana è sempre più permeata di tecnologia, informatica e robotica, però numerosi studi internazionali affermano che è in atto anche una forte contro tendenza: una crescente richiesta di professionalità basate su competenze manuali, ingegno e creatività. L’artigianato e i lavori basati sul “saper fare con le mani” sono infatti tra le professioni più ricercate negli ultimi anni, anche in Italia, nonostante la crisi.
E l’Italia come paese gode di un posto “privilegiato” nei confronti dell’artigianato perché vanta la più celebrata tradizione della bottega artigiana e l’eccellenza della sua produzione è, ancora oggi, riconosciuta a livello globale: sartoria, vetreria, oreficeria, prodotti agroalimentari, biciclette, componentistica sono solo alcuni esempi.
Il Bel Paese, famoso per i suoi prodotti di alta qualità e per il suo impareggiabile Made in Italy, dove la disoccupazione giovanile è alta ma scarseggiano carpentieri, fornai e sarti, l’artigianato diventa una grande opportunità, il “saper fare” rimane un ingrediente indispensabile per l’intero settore manifatturiero nazionale, che, se contaminato con i nuovi saperi tecnologici, crea un formidabile strumento di crescita e innovazione“. (Ires – Piemonte)
Molti studi attribuiscono proprio alle produzioni artigianali “la capacità di creare nuove fonti di reddito sia per i tradizionali laboratori a gestione individuale e vendita diretta, sia per le piccole imprese artigiane a conduzione familiare che operano a livello locale”. In aumento sono anche le ricerche di prodotti di nicchia, fatti a mano e su misura, sempre più apprezzati e ricercati dal mercato globale.
Inoltre, grazie alla rete e alle tecnologie digitali, per i giovani artigiani si aprono nuovi sbocchi occupazionali e interessanti fonti di reddito: i mercati online favoriscono infatti la vendita dei manufatti e delle produzioni su piccola scala, destinate a soddisfare le esigenze di un numero sempre maggiore di persone che preferiscono la produzione fatta su misura, locale ed ecologica alla produzione industriale di massa.
La cultura artigiana, che combina, in una miscela straordinaria e inimitabile passato e futuro, tradizione e innovazione, è l’unica che mantiene l’occupazione.
Per la grande industria l’innovazione coincide sempre di più con l’automazione e cioè, la sostituzione del lavoratore con macchine o programmi automatici. Per il mondo artigiano, invece, l’innovazione si esplicita nel potenziamento del lavoratore, che grazie alle tecnologie lavora meglio, ma non viene mai sostituito dalla macchina.
Come Laboratorio Artigiano italiano vogliamo condividere queste informazioni perché crediamo ogni giorno di più nelle parole e nei concetti scritti sopra, che da mesi abbiamo modo di leggere nelle pagine di varie testate italiane, perché questa è anche la nostra idea di futuro per l’Italia.
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